Factory
27.10.2018 - 27.01.2019
Factory è la quindicesima mostra ospitata nell’ex scuola d’infanzia di Bruzella, sede della Fondazione Rolla. Le fotografie appartengono alla collezione privata di Rosella e Philip Rolla. La mostra è dedicata all’uomo che fa bene le cose.
Come scrive nel testo introduttivo l'economista Christian Marazzi, le fotografie scelte sono “una rappresentazione della migliore cultura materiale novecentesca, di quel materialismo culturale in cui le persone imparano e migliorano attraverso le cose che fabbricano, in cui la comprensione del processo del fare permette di capire come le cose possano generare valori sociali, politici, religiosi.”
Gli autori esposti sono: Tom Baril, Bernhard Becher, Kurt Blum, Oliver Boberg, Vincenzo Castella, Giuseppe Chietera, Ruth Hallensleben, Fritz Henle, Christof Klute, Anthony Linck, Werner Mantz, Enrico Minasso, Albert Renger-Patzsch, Fabio Tasca, James Welling, Ludwig Windstosser.
Albert Renger-Patzsch
The Chemical Factory öeunawerke in Merseburg, 1930s
vintage gelatin silver print
16 x 12.3
Le fotografie di fiori e architettura di Tom Baril, sono perfette composizioni aggraziate e il loro aspetto vintage, dai toni seppia, rendono omaggio ai primi pionieri del mezzo fotografico. Baril si affida in gran parte a metodi analogici come l'elaborazione al collodio, una tecnica che ha imparato lavorando per Robert Mapplethorpe negli anni Ottanta.
Bernhard Becher, detto Bernd studiò pittura all'Accademia delle Belle Arti di Stoccarda dal 1953 al 1956 per poi dedicarsi alla tipografia con l'austriaco Karl Rössing, presso l'Accademia di Düsseldorf. La sua famiglia da generazioni aveva lavorato nell'industria nell'area della Ruhr, che però proprio negli anni Cinquanta iniziò a ridimensionarsi. Bernd decise quindi di dedicarsi a illustrazioni riguardanti l'ambiente lavorativo della famiglia. Nel 1957 fotografò una miniera che sarebbe stata dismessa in modo da usare le foto come materiale di lavoro; in seguito a questa esperienza, si accorse di provare interesse verso la fotografia. All'Accademia incontra la studentessa Hilla Wobeser che gli insegna fotografia e insieme realizzano il loro primo reportage fotografico nella regione della Ruhr. Nel 1961 si sposano e cominciarono a lavorare come fotografi per l'agenzia pubblicitaria Troost di Düsseldorf.
Dopo un apprendistato di fotografo e gli studi presso la Scuola d’arte e mestieri a Berna, Kurt Blum diventa fotografo della Biblioteca nazionale dal 1944 al 1954. Ha creato una serie unica di ritratti d’artisti quali Picasso, Giacometti, Rothko, Léger, e molti altri, nominati «Au milieu des artistes». In seguito deventa freelance e come fotografo industriale e documentarista lavorerà per diverse realtà industriali. Nel 1981 ha aperto una galleria di pittura e fotografia a Praz/Vully. Fú membro fondatore del “groupe carré» e socio del «Kollegium Schweizerischer Fotografen».
Ha studiato storia dell'arte all'Università di Würzburg e pittura all'Accademia di Belle Arti di Norimberga. Le sue opere trattano i non luoghi del nostro ambiente urbano e si basano su un vasto archivio fotografico dal quale seleziona dettagli. Produce piccoli modelli che vengono poi fotografati. Le sue immagini mostrano non-luoghi carichi di emozioni, luoghi così familiari che potrebbero essere ovunque e in nessun luogo. I video presentano vedute urbane e paesaggistiche notturne che sembrano basarsi su scenari cinematografici: un ponte deserto, una strada di campagna durante un temporale, un'inquietante fabbrica - sfondi romantici e luminosi e metafore dell'assenza di persone e della realtà stessa.
Fotografo, chitarrista e regista italiano, nel 1975, dopo gli studi di Antropologia Culturale all'Università "La Sapienza" di Roma, inizia la sua attività fotografica. Uno dei suoi lavori più importanti è Geografia privata, fotografie a colori di interni domestici realizzate fra il 1975 e il 1982. Nel 1976 compie un viaggio attraverso il sud degli Stati Uniti, dove realizza, insieme a Lucio Maniscalchi, il film in 16mm “Hammie Nixon's People”, imperniato sui colori e sui suoni della società afroamericana. I lavori piu importanti sono “Città Nomadi”, sulle città occidentali contemporanee e "Buildings", ritratti urbani scattati da posizioni molto elevate, ma mai aeree. Vive e lavora a Milano, Italia.
Architetto e fotografo. Ha frequentato corsi di fotografia al City College of San Francisco nel 1992 e in seguito si è diplomato alla Scuola CFP Riccardo Bauer a Milano (2001). Vive a Locarno, Svizzera.
Tra il 1931 e il 1934 trova impiego come praticante presso Elsbeth Gropp, famosa fotografa ritrattista e paesaggista. Nel 1934 apre il suo studio. Dopo una iniziale formazione di ritrattista, si dedica alla fotografia industriale. Il suo lavoro, oltre che visione poetica e prova tecnica, è una testimonianza del periodo storico in cui ha vissuto, la Germania del XX secolo. Poco spazio è lasciato all’individualismo, in nome di una visione più globale. Nel 1945, nel timore che gli alleati confischino la sua attrezzatura fotografica e l’archivio, seppellisce in tre casse tutto il materiale nel bosco di Wiehl. Dopo tre anni, due delle tre casse sotterrate sono intatte e lei può ricominciare la sua attività di fotografa.
La sua preferenza per la fotocamera Rolleiflex gli è valsa il soprannome di Mr. Rollei. Ha iniziato come autodidatta in fotografia negli anni Venti. Nel 1936 emigrò a New York dove visse fino al 1948. Ha avuto una carriera lunga più di 60 anni, durante i quali ha accumulato un archivio di oltre 110.000 negativi. Immagini di Europa, India, Giappone, Hawaii, Stati Uniti, Messico e Caraibi.
Dopo gli studi di Teologia (1986-88, Università di Münster) e Filosofia (1990-1995, Università di Colonia), Christof Klute ha studiato Fotografia con Bernd Becher e Thomas Ruff all’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf (1995-2002). Dopo il Master ha cominciato a esporre i suoi progetti in spazi espositivi quali la Gallery Löhrl (Mönchengladbach, Germania), Galeria Maior (Pollenca, Spagna), Stiftung St. Matthäus (Berlino) e Galleria Cons Arc (Chiasso, Svizzera).
È stato un fotografo della rivista Life dal 1945 al 1954. I suoi due grandi amori sono stati volare e fotografare. Ha lasciato Life per diventare un fotografo freelance specializzato principalmente in fotografia aerea e industriale.
Werner Mantz è conosciuto come uno dei fotografi più importanti del movimento Neues Bauen dell'architettura modernista a Colonia negli anni Venti. Nato e cresciuto a Colonia, nel 1921 apre uno studio fotografico. Inizialmente realizza ritratti di famosi intellettuali, artisti e politici. Nel 1926 iniziò a ricevere incarichi come fotografo di architettura. Riviste di architettura come Bauwelt, Die Form e Bauwarte pubblicano spesso le sue opere. Furono queste immagini a far conoscere l'architettura modernista di Colonia oltre i confini della città. Nel 1932 Mantz apre un secondo studio a Maastricht e nel 1938 si trasferisce nei Paesi Bassi. Lì torna alla fotografia di ritratto e si specializza in ritratti di bambini.
Svolge l'attività di fotografo dal 1986. Si occupa principalmente di fotografia pubblicitaria, architettura, ritratto, reportage industriale e antropologico. Dall'incontro, nel 1997, con il fotografo Eric Hartman, già presidente di Magnum Photos, derivano sia un'irrinunciabile attrazione per il bianco-nero che un'importante svolta nelle proprie ricerche fotografiche. Costantemente impegnato nella ricerca attraverso l'utilizzo meno convenzionale dei materiali fotografici, da diverso tempo predilige la tecnica del foro stenopeico, ovvero l'utilizzo di fotocamere artigianali di medio e grande formato senza obiettivo, e di toy camera, tutte rigorosamente a pellicola.
Inizia a fotografare all’età di dodici anni. Dopo il servizio militare durante la prima guerra mondiale, studia chimica al Dresden Technical College. Nei primi anni del 1920 lavora come fotografo per il Chicago Tribune, prima di diventare un libero professionista. Nominato professore e capo del dipartimento di fotografia pittorica della Folkwangschule di Essen, lascia la carica dopo soli due semestri a causa della oppressione nazista. Albert Renger-Patzsch è considerato una delle più importanti figure della fotografia della Nuova Oggettività.
Laureato in filologia slava, svolge la propria professione di fotografo e traduttore a Como. Nei primi anni ‘90 inizia a collaborare come fotografo con alcuni quotidiani nazionali. Inizia quindi un personale percorso che lo avvicina al mondo della fotografia di architettura e di paesaggio. Vive a Como, Italia.
È un artista, fotografo ed educatore. Ha frequentato la Carnegie-Mellon University dove ha studiato disegno con Gandy Brodie e l'Università di Pittsburgh dove ha seguito corsi di danza moderna. Nel 1971 Welling si è trasferito all'Institute of the Arts di Valencia, in California. Ha studiato con John Baldessari, Wolfgang Stoerchle e Jack Goldstein. Ha iniziato a fotografare nel 1976 utilizzando un banco ottico 4x5. Il suo primo lavoro, Los Angeles Architecture and Portraits, consisteva in fotografie dei suoi amici e dell'architettura locale. Nel 1978 si trasferisce a New York e inizia una sequenza di fotografie astratte. Nel 1995 è entrato a far parte del Dipartimento di Arte dell'Università della California, a Los Angeles. Attualmente insegna nel programma di arte visiva del Lewis Center dell'Università di Princeton.
Ludwig Windstosser è stato un fotografo del dopoguerra nella Germania occidentale. Negli anni Cinquanta e Sessanta è stato il cofondatore dell'Associazione professionale BFF per fotografi e disegnatori cinematografici freelance. Ha lavorato principalmente come fotografo industriale per l'industria del carbone e dell'acciaio nella zona della Ruhr. Come membro del gruppo d'avanguardia fotoform ha dato un contributo significativo a un nuovo linguaggio visivo.
Dimensioni: 15 x 21 cm
Pagine: 48
Legatura: brossura
Illustrazioni: 28 in quadricomia
Lingua: Italiano/Inglese
Edizione: Fondazione Rolla, 2018
Albert Renger-Patzsch
Zeche Adolf Von Hansemann, 1940
vintage gelatin silver print
22.6 × 16.6 cm